10 maggio 2023-
Continua l’inerzia della giunta Toti e della giunta Peracchini in merito al futuro dell’area di Vallegrande, dove da un anno e mezzo si staglia la mole della centrale termoelettrica di Enel ormai spenta. Diciotto mesi in cui Comune della Spezia e Regione Liguria non hanno saputo prendere in mano la situazione, portare ad un tavolo azienda e stakeholder, e iniziare a elaborare una proposta globale per il futuro di un’area fondamentale per il futuro della città. Ho presentato un ordine del giorno per spingere la giunta regionale a mettere in campo tutte le azioni affinché in quell’area venga realizzata una fabbrica di pannelli fotovoltaici. Di recente abbiamo audito i vertici di Enel in commissione ambiente e ci è stato ribadito che l’azienda non ha ancora individuato il sito dove impiantare una seconda fabbrica di produzione di pannelli fotovoltaici dopo quella di Catania. La Spezia ha le carte in regola per candidarsi, ma è la politica locale a dover intraprendere azioni dirette presso Enel e presso il governo affinché l’opzione spezzina venga presa in considerazione. A Catania è prevista l’assunzione di 150 laureati e 550 diplomati, mentre a pieno regime gli occupati potrebbero essere circa un migliaio. Sono preoccupato perché l’unica vera novità al momento è l’intenzione di garantire a Gnl Italia la concessione a sbarcare le proprie autobotti piene di gas naturale liquefatto all’ex molo Enel. Un pessimo segnale sul futuro di quell’area, nel solco della continuità e non della svolta che era stata promessa. Ci sono tutti gli indizi del ritorno alla logica delle servitù che già hanno caratterizzato la storia del nostro golfo negli ultimi 150 anni. Nel vuoto di idee si insinuano gli interessi privati, che non lasciano nulla al territorio in termini di lavoro, ma aumentano solo il traffico navale nel golfo e quello dei mezzi pesanti nella città. Il rischio più grande che la Spezia corre oggi è quello di non fare nulla e lasciare agli altri l’iniziativa, senza imporre una visione strategica.