30 settembre 2023-
Serve in tempi brevi un presidente dell’Autorità di Sistema Portuale. È un’esigenza che nasce dalle sfide che il porto genovese e quello savonese hanno da affrontare nel prossimo futuro. Quotidianamente si legge sulla stampa di proposte pianificatorie sul porto avanzate da soggetti che non ne hanno nessuna titolarità. Faccio riferimento a quanto è successo qualche settimana fa a Singapore, con Toti che ha disegnato un porto che nessun atto prevede; per passare alla presentazione – ai ministri e alla presidente del consiglio in visita al Salone Nautico – da parte di un noto imprenditore del settore, di modifiche progettuali alla diga foranea di Genova (principale progetto infrastrutturale previsto dal Fondo Complementare al PNRR); per continuare con la dichiarata presentazione di un’istanza concessoria di banchine non esistenti e non previste dall’attuale pianificazione. Una confusione che non può e non deve caratterizzare il principale porto del nostro Paese. È indispensabile un Presidente per avviare l’iter del nuovo Piano Regolatore Portuale che dovrà disegnare il futuro del sistema portuale del Mar Ligure occidentale che dovrà essere il risultato di un confronto profondo con tutti i soggetti interessati a partecipare, dalle comunità che attendono da troppo tempo la soluzione di questioni ormai non più rinviabili a partire dall’ individuazione di una nuova localizzazione dei depositi chimici. Siamo al Far West istituzionale a cui va messo uno stop. Anche sul tema del rigassificatore di Vado/Savona servirebbe un’assunzione di iniziativa da parte dell’Autorità di Sistema Portuale. Non è possibile che non vi sia una partecipazione diretta a quanto sta accadendo a Savona. Su un altro punto non si dovrebbe più perdere tempo: l’istituzione della Zona Logistica Semplificata. Addirittura nella nostra Regione se ne dovrebbero realizzare due. Una legata al porto di Genova e uno a quello della Spezia. In più riprese abbiamo chiesto alla Regione di accelerare il completamento dell’iter e di attivarsi nei confronti del Governo ma tutto è rimasto fermo. Ogni settimana ogni mese che si perde sono opportunità e investimenti e opportunità che non si colgono. In questi giorni è stato nominato il Commissario della diga o meglio è stata estesa la competenza del commissario per la ricostruzione. Un commissario non nominato dal Governo, come era avvenuto anche per Signorini, ma frutto della proposta di un partito: la Lega. Un cambiamento che non è solo di forma ma anche sostanziale. Un commissario di parte. Un emendamento inserito nel decreto in discussione al Senato che costerà molto caro ai cittadini genovesi. Sì perché la struttura commissariale costerà due milioni e mezzo di euro, risorse sottratte alla città. Tante sarebbero le azioni da mettere in campo con quei finanziamenti che invece saranno destinati al mantenimento di una struttura che fino a oggi gravava sul bilancio dell’Autorità di Sistema. Una genialata di cui non si sentiva assolutamente il bisogno e che mi auguro possa essere modificato nel passaggio alla Camera. Questa è l’idea che ha la Lega (e il centrodestra in generale) della gestione della cosa pubblica. Paradossale la giustificazione: “Ma prima (di strutture commissariali) ce ne erano due”. Sì, è vero ma una non costava nulla ai cittadini. A volte tacere sarebbe più utile e questa è una di quelle occasioni.