«In Liguria ci sono tantissimi commissari, ma sulle infrastrutture non si è mosso nulla in questi nove anni. Nessun cambiamento e nessuna opera completata».

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LA REPUBBLICA

GENOVA

I ritardi della Gronda sono biblici.

«Ma non c’è solamente quella. Della Pontremolese, ad esempio, sento parlare da dieci anni. Questa amministrazione regionale uscente è stata bravissima nelle annunciazioni, ma incapace di fare passi in avanti. Gli unici passi che io ricordi portano la firma dei ministri del Pd. L’ultima valutazione d’impatto ambientale è firmata dal nostro Andrea Orlando. Poi che cosa è stato fatto?».

La scorsa estate mancava nuovamente una firma, poi tutto doveva essere pronto.

«Invece si è scoperto che mancavano i soldi, oltre alla firma. E tutto questo succede con un viceministro che è ligure e che conosce il territorio. Lo ripeto: alla fine la politica degli annunci non paga. Siamo nel 2024 e stiamo parlando di opere che dovevano già essere finite. Invece siamo ancora alle carte».

C’è poi tutto l’argomento della Diga. Che ne pensa?

«Penso che vogliono dare la colpa dei ritardi alla vicenda giudiziaria. Ma i ritardi di questa opera sono venuti fuori molto prima dello scorso 7 maggio. L’immobilismo di queste strutture è un dato oggettivo e ci stanno costando di più le inaugurazioni che se avessero destinato i soldi ad altri interventi più importanti. È stata la strategia di questi anni: una forte e intensa campagna di comunicazione dove tutto pareva dover partire, invece non era e non è vero. Tutta questa è una narrazione fuori da ogni tipo di realtà. La Diga è diventata la loro opera di bandiera ma il sistema è crollato e ora sta mostrando tutti i suoi limiti. La Liguria ha bisogno di serietà, competenza e di tornare a mostrare un approccio concreto rispetto a queste fondamentali tematiche».

Alberto Bruzzone

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