I Consigli Comunali di Vernazza e Riomaggiore hanno chiesto alla Regione di accelerare la conclusione dell’iter amministrativo di definizione delle modalità con cui riconoscere come “storici” e come “eroici” quei vigneti che possiedono le caratteristiche previste dalla normativa europea e nazionale. Ho colto con grande favore questa iniziativa perchè questo è un tema a cui tengo molto e su cui già in sede di Consiglio Regionale avevo presentato un ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità. Con questa iniziativa le due Amministrazioni evidenziano come il riconoscimento della qualità di vigneti storici ed eroici possa aiutare a consolidare la ritrovata spinta verso le attività agricole. Sono convinto che il legislatore, nel riconoscere una deroga per una tipologia ben determinata di coltivazioni delle viti, abbia voluto sottrarre questa categoria di vitigni ai limiti e ai vincoli della normativa europea e nazionale per quanto riguardo le autorizzazioni al reimpianto. Chi conosce il nostro territorio, non solo locale ma di tutta la Regione, sa bene che sia le zone coltivate che quelle che si possono recuperare rientrano nella definizione di vigneti storici ed eroici. La Regione conosce i contenuti della bozza della circolare del Ministero dell’Agricoltura per uniformare gli atti delle diverse Regioni, e per questo dovrebbe anticipare i tempi, anche perché per ogni mese che passa si perde la possibilità di vedersi riconosciute le premialità per gli agricoltori. Il mio primo documento risale al dicembre 2020, credo sia giunto il tempo di mettere in atto quanto intere comunità attendono! Nel frattempo, e per non perdere nemmeno un’autorizzazione di reimpianto, su sollecitazione di alcuni operatori e alcune associazioni di categoria, ho depositato un ulteriore ordine del giorno con lo scopo di prevenire le situazioni di abbandono trovando le forme più idonee per mettere in contatto la domanda di nuovi terreni autorizzati e chi non riesce più a mantenere in attività i terreni già autorizzati. Assistiamo, non di rado, all’abbandono di terreni che sono regolarmente denunciati. Questo è un danno doppio: da un lato vi è una porzione di territorio non più mantenuto, da un altro si perdono autorizzazioni alla coltivazione della vite. Lo scopo è quello di mantenere il territorio coltivato e di dare risposte a chi oggi, dopo anni di abbandono dell’agricoltura, investe in un settore così importante per la nostra comunità. E’ una missione difficile, ma credo che con il coinvolgimento di tutti si possa raggiungere.