“Calenda manca di rispetto, nessun veto sui candidati Terrile è un ottimo nome”

Da il Secolo xix

di Mario De Fazio

“Le parole di Calenda sono di cattivo gusto, una mancanza di rispetto nei confronti del Pd, di Andrea Orlando e di Alessandro Terrile. Rifiuto la logica dei veti». il segretario gionale del Pd, Davide Natale, rintuzza le stoccate che il leader di Azione ha riservato ai dem nella sua visita genovese, a partire dal diniego all’eventuale candidatura a sindaco di Genova di «funzionari del Pd».Un affondo che sembrava rívolto in particolare a Terrile, avvocato e attuale amministratore delegato di Ente bacini, con un passato da segretario provinciale e capogruppo dem a Palazzo Tursi. Uno dei profili più quotati per la candidatura a sindaco. Anche per Natale, che lo definisce uno dei migliori dirigenti politici che abbiamo: è a pieno titolo nel novero dei possibili candidati».

Segretario Natale, Calenda non ha lesinato stoccate al Pd e all’ex candidato alla Regione, Andrea Orlando. Come giudica le sue parole?«Partiamo da un dato: essere funzionari di partito non è una condizione da disprezzare. Mi pare che i suoi riferimenti sul territorio non abbiano detto a Calenda alcune cose».

Quali? «innanzitutto che Orlando ha fatto quattro volte il ministro, con l’apprezzamento di figure come Giorgio Napolitano. È stato ministro della Giustizia, e ha seguito partite molto delicate anche quando si occupava di lavoro e ambiente. E poi non hanno detto a Calenda che alle regionali, nella città che governava Bucci, Orlando ha preso oltre il 50% dei voti. E poi mi faccia dire che c’è una questione di rispetto».

Ha avvertito le parole di Calenda come una mancanza di rispetto nei confronti de Pd Ligure?«Ci possono essere vari modi di ritenere appropriata o no una candidatura, si può ragionare sul profilo giusto. Ma denigrare, andando sul personale, figure che hanno una professionalità e sono stimati avvocati è un gesto di cattivo gusto».

Il riferimento, che sembrava abbastanza chiaro anche tra le righe dell’affondo di Calenda, è alla possibile candidatura a sindaco di Alessandro Terrile?«Sì, credo che Calenda si riferisse a Orlando ma anche a Terrile. Il Pd è un partito del 30% che rispetta tutti i partiti e i loro dirigenti ma pretende uguale rispetto per tutti i suoi dirigenti. È l’Abc della politica. Fare distinguo come quelli di Calenda mi sembra una mossa che non interessa minimamente ai cittadini. Soprattutto in un momento in cui c’è un governo nazionale che mina la convivenza civile e non dà risposte a livello economico e sociale, e una Regione che fa altrettanto, mentre la Liguria è completamente isolata e vive con infrastrutture colabrodo che sequestrano i liguri e pesano sulle imprese come una tassa aggiuntiva».

Ma secondo lei Terrile rebbe un buon candidato sindaco del centrosinistra?“Terrile è uno dei migliori dirigenti politici che il Pd ha in Liguria. Non credo di svelare segreto di Fatima se le dico che avrei voluto che fosse segrerio regionale del partito.Non entro nel merito di una sua possibile candidatura, ma Alessandro è a pieno titolo nel novero delle migliori e possibili candidature che la coalizione potrebbe esprimere. Rifiuto la logica dei veti”

Sulla scelta del candidato sindaco di Genova il Pd si sta muovendo bene? In quanto tempo si arriverà a un’indicazione? Mi sembra che il percorso individuato dal segretario provinciale Simone D’Angelo sia serio e corretto: ascoltare tutti i potenziali alleati, partendo da una base programmatica che abbiamo già, quella elaborata per le regionali. Sulle tempistiche, il Pd genovese ha già chiarito che la scelta non andrà oltre febbraio, e mi sembra un orizzonte temporale corretto. Anche perché dall’altra parte non mi pare che il centrodestra stia correndo per scegliere il candidato”.

Intanto ci sono molti movimenti al centro, soprattutto a Palazzo Tursi. Crede che sia necessario costruire una gamba moderata e centrista più forte all’interno dello schieramento di centrosinistra per essere più competitivi alle elezioni? «Assolutamente sì. Ci sono le condizioni per costruire un centro moderato più forte in coalizione, molte persone con quella sensibilità politica hanno deciso di rompere con una destra che non dà risposte ai cittadini. Rafforzare quella sensibilità politica aiuterà a cambiare Genova: se i centristi fossero entusiasti del lavoro di questa giunta sarebbero rimasti in maggioranza. Invece c’è una forte delusione in un’area che non guarda tanto alle appartenenze partitiche ma alle cose da fare per i cittadini. Dinanzi a questa possibilità che noi del Pd dobbiamo saper cogliere, non limitiamoci a parlare di veti: interessano solo alcuni ultras del territorio, peraltro già “daspati”».

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