Candidiamo i vigneti delle Cinque Terre a Patrimonio Immateriale dell’Unesco. La mia proposta

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17 dicembre 2022-

Nel prossimo consiglio regionale, in occasione della seduta di discussione del bilancio, presenterò un ordine del giorno finalizzato ad ottenere l’inserimento dei vigneti terrazzati e della viticoltura delle Cinque Terre nella lista del Patrimonio Immateriale dell’ Unesco, in modo da permettere la partecipazione ai maggiori bandi nazionali ed europei e garantire un futuro alla tradizionale agricoltura sulla costa. Per poterlo fare, come già è accaduto a Pantelleria, è necessario innanzitutto l’inserimento nel registro dell’Osservatorio Nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali. Il dossier che riguarda le Cinque Terre risulta tuttora non approvato, credo serva una spinta decisiva per fare in modo di aprire nuovi scenari al rilancio dell’agricoltura e anche, di conseguenza a questo, per salvaguardare il territorio dal dissesto idrogeologico. La mia proposta politica di favorire chi vuole investire sulla terra è molto più articolata: vorrei capire, infatti, come mai la Regione non ha ancora adempiuto alla regolamentazione dei vigneti storici ed eroici visto che ho presentato un ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio già nel 2020. La definizione di vigneti storici ed eroici avrebbe una valenza straordinaria e permetterebbe il riconoscimento del lavoro peculiare dei nostri agricoltori oltre a garantire loro un notevole vantaggio competitivo. Per esempio diversificando il punteggio in tutti i bandi di emanazione regionale, accordando i limiti di partecipazione in base ai lotti di terreno effettivamente presenti e concedendo inoltre un maggior riconoscimento economico. Credo che sotto la dicitura di “vigneti eroici” possano facilmente ricadere le doc delle Cinque Terre e Colli di Levanto, mentre in quella di “vigneti storici” rientrerebbe il Colli di Luni. Infine, farò mia la richiesta di Coldiretti di creare una banca dati in cui inserire i terreni vitati, autorizzati ai fini Doc, che rischiano di essere abbandonati. Questo censimento rappresenterebbe un primo passo per mettere in condizione chi voglia investire su questa attività di espandere le proprie coltivazioni. Questo lavoro, però, potrà essere fatto solo coinvolgendo le associazioni di categoria in maniera che facciano un’attività capillare di sensibilizzazione nei confronti di chi possiede vigneti autorizzati, che non è più in grado di mantenere, in ogni parte del territorio ligure. Dobbiamo impedire di perdere anche solo un metro quadrato in più di questo prezioso patrimonio.

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