Il 25 Aprile rimane una festa attuale, e rimarrà tale finché in Italia ci saranno persone che ogni anno sentono il bisogno di fare dei “distinguo” in occasione della Liberazione. Ho l’orgoglio di essere nato in una terra che ha dato tantissimo per garantire un futuro diverso e migliore all’Italia, e l’esempio di chi è venuto prima di me mi ha insegnato a non dare per scontata questa eredità. Un’eredità che spendiamo in ogni gesto libero che compiamo quotidianamente.
La memoria è il primo e fondamentale modo di ripagare il sacrificio di chi ha dato la vita settant’anni fa. Il secondo, forse più intimo, è vivere questa giornata con gioia. Per me è così. Anche nella solennità del “Silenzio” suonato di fronte al monumento dei caduti di Piazzale del Marinaio e a quello alla Resistenza dei Giardini pubblici, in fondo al mio animo sento una lieta gratitudine. Il 25 Aprile non è una commemorazione fossile, è una festa viva come gli ideali che la animano.