20 luglio 2022-
Durante l’ultimo Consiglio Regionale sono stato relatore di minoranza sul provvedimento che riguarda il Piano Regionale dei Rifiuti. Questo Piano presentato dalla Giunta Toti spicca particolarmente per la sua mancanza di visione e, soprattutto, di coraggio: ferma l’obiettivo per la raccolta differenziata al 67%, una percentuale molto lontana dagli standard europei di altre Regioni, e prevede una diminuzione dei rifiuti indifferenziati, rispetto allo scorso Piano, di un solo 4%, mentre la Lombardia ad esempio punta al 9%. Questo dato si aggiunge, poi, ad una mancanza di politiche utili ad incidere sensibilmente sull’altro tema saliente, e cioè la diminuzione dei rifiuti indifferenziati. Non vengono finanziati e promossi adeguatamente comportamenti e attività virtuose. Poco o nulla, infatti, è previsto per la promozione delle eco-feste o il sostegno della diffusione e distribuzione di prodotti sfusi. Manca un piano per il sostegno dei centri di riuso che in altre Regioni, invece, sono promossi in modo sostanziale con iniziative mirate per aumentarne la diffusione capillare. Durante il mio intervento in Consiglio ho fatto presente che in Veneto sono stati avviati dei centri di riuso mobili per intercettare sul territorio i beni non più utilizzati, ma ancora fruibili, e permettere di dare una seconda vita a oggetti che diversamente diventerebbero rifiuti da smaltire. Assieme al mio Gruppo abbiamo avanzato una serie di proposte con l’intento di incidere su alcune criticità che a nostro avviso questo Piano non affronta, oppure affronta con un approccio poco funzionale al miglioramento della raccolta ed al riciclo dei rifiuti in Liguria. Stupisce il fatto che iniziative molto importanti per i territori come il compostaggio di comunità, sebbene siano richiamate nel piano, vengano di fatto abbandonate lasciando tanti comuni decentrati senza un loro impianto locale, più piccolo e sul territorio, che avrebbe il merito di ridurre l’impatto ambientale dell’impianto stesso e di evitare il trasporto dei rifiuti compostabili fuori provincia. Invece la Giunta prevede impianti per il trattamento dell’organico e dell’indifferenziato sovradimensionati rispetto ai rifiuti prodotti dalle varie province. Non so se la Giunta ha valutato bene le due importanti conseguenze di questa operazione: costi di realizzazione più alti che graveranno sulle bollette dei cittadini, e impianti che non funzioneranno a regime e non saranno sfruttati nella loro potenzialità, fonte di ulteriori costi. In sede istituzionale abbiamo avanzato anche dei seri e fondati dubbi sull’ impianto di Scarpino e sul futuro di quelli di Spezia e Savona, così come sulla previsione di un termovalorizzatore che nessuno sa dove sorgerà. La nostra idea, suffragata dai dati, è che rispetto alla previsione impiantistica regionale sia necessario fin d’ora avere le idee molto chiare e stabilire, doverosamente verso quei territori e le loro amministrazioni, quale sia il futuro di questi impianti. Leggere in un documento ufficiale della Regione Liguria che viene individuato un termovalorizzatore senza nessuna indicazione su un’eventuale localizzazione, non pare andare in questa direzione. Piuttosto, vista l’esiguità dei rifiuti che saranno destinati al termovalorizzatore e vista la morfologia della Liguria, abbiamo suggerito alla Giunta Regionale di valutare la nostra proposta di collaborazione con altre Regioni in maniera da saturare i loro impianti, senza realizzarne uno che rischia di essere sottoutilizzato e antieconomico e pensato senza un piano finanziario o una valutazione dei bisogni e delle ricadute sull’ impatto ambientale e sui costi. In ultimo, argomento che mi sta particolarmente a cuore, ho fatto un approfondimento anche sul caso Saliceti. Nel Piano Regionale che abbiamo discusso si parla di un impianto autorizzato ma questo non è corretto. C’è stata una sentenza del Tar che ha annullato qell’ autorizzazione perché il piano d’area della Provincia di Spezia prevede in maniera puntuale la localizzazione dell’impianto di trattamento organico a Boscalino, nel comune di Arcola, per una capacità attesa di circa 20mila tonnellate. Ho detto ai colleghi consiglieri e agli amministratori regionali che mi pare evidente che parlare dell’ impianto di Saliceti come di un impianto “autorizzato” significa dire semplicemente il falso. E proprio in funzione di questo ho chiesto che venga modificato tutto ciò che riguarda quel sito, perchè ritengo che la sentenza del Tar non possa essere trascurata così. Nonostante l’ampia discussione, ricca di proposte da parte nostra, il Piano Regionale dei Rifiuti è stato approvato a maggioranza in Consiglio Regionale: un vero peccato non essere stati ascoltati.