23 ottobre 2023-
Capisco che a chi non cambia tessere una volta ogni due mesi aderendo a movimenti e partiti diversi, come succede al Presidente Toti, possa sembrare incomprensibile, ma si chiama coerenza, e non cambia in base al vento. Secondo Toti saremmo un partito alla deriva, ma un recente sondaggio ci pone come primo partito ligure con oltre il 26 per cento di preferenze, mentre il partito di cui, recentemente, è stato nominato presidente del consiglio nazionale Toti, a cui vanno i migliori auguri di buon lavoro per l’incarico, è fermo al 2 per cento e i suoi alleati si incontrano per fare asse contro di lui in previsione delle prossime amministrative. Capisco anche il nervosismo ma non lo giustifico. Quindi, prima di parlare di deriva del PD inviterei Toti a guardare a casa propria. La sanità ligure è inequivocabilmente allo sfascio, non sono io a dirlo ma i numeri: dopo otto anni di governo Toti oltre il 9 per cento dei cittadini liguri spende più di mille euro per curarsi e oltre l’11 per cento spende tra i mille e i 500 euro, mentre 90mila liguri (fonti rilevazione Cisl) hanno rinunciato alle cure perché non possono permetterselo e perché le liste d’attesa così lunghe non consentono di fissare un appuntamento. Queste cifre rappresentano il fallimento della gestione di Toti e del centrodestra, il resto sono solo discorsi vuoti. Toti ha forse dimenticato che è stata l’amministrazione Biasotti a lasciare la Regione con 900 milioni di debito in sanità ed è solo grazie alla giunta di centrosinistra che si è riusciti a ridurre il disavanzo. Quella del centrodestra sì che è stata una gestione fallimentare, come questa d’altronde, e Toti ne prenda atto. Se la Giunta pensa di intimidirci con dichiarazioni volgari e di basso profilo si sbaglia: non saranno certo le loro frasi ad effetto a fermarci dal denunciare che la sanità pubblica in Liguria è allo stremo, tenuta in piedi solo grazie all’abnegazione e allo straordinario sacrificio di centinaia di professionisti che incuranti di orari di lavoro estenuanti e dei mancati riconoscimenti, si impegnano perché venga garantito il servizio per il cittadino. E la cosa ancor più grave è che in molti casi vengono lasciati soli ad affrontare problematiche enormi, con i Pronto soccorso presi d’assalto per la mancanza di una medicina territoriale capillare ed efficiente. Medici, infermieri, tecnici e Oss, con il loro impegno, suppliscono all’assenza di politiche sanitarie e territoriali. Di fronte ad una situazione del genere, se avessi dei ruoli di responsabilità starei zitto, non impartirei lezioni, tanto meno farei volgari insinuazioni, ma utilizzerei ogni istante per migliorare la situazione e nel caso non ne fossi capace, chiederei aiuto. Noi siamo a disposizione, pronti a collaborare nell’interesse dei cittadini.