Per l’area Enel serve una riconversione globale: è importante che Comune e Regione si attivino

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08 ottobre 2022-

Senza un progetto complessivo di riconversione e di sviluppo, preceduto dalle necessarie bonifiche, l’area dell’ex Centrale Enel di Vallegrande rischia di diventare la più grande occasione persa degli ultimi decenni per La Spezia e per la sua provincia. Apprendiamo che il Ministero per la Transizione Ecologica ha firmato l’intesa per il rilascio dell’autorizzazione a modificare la centrale termoelettrica “E. Montale” con la realizzazione del “Progetto di installazione di un sistema di immagazzinamento di energia elettrica- BESS” di potenza pari a circa 21 MW. La notizia è di per se positiva e attesa e va soprattutto nella direzione da noi auspicata: mettere in campo tutte le iniziative che consentano di valorizzare la produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili e favorire gli investimenti sull’accumulazione di energia. Un primo passo concreto che rischia però di rimanere un intervento isolato, senza un lavoro da parte delle Istituzioni che lo includa all’interno di una visione più organica e complessiva sulla città del futuro. In occasione di una precedente audizione dei vertici di Enel in Commissione Ambiente Regionale, di cui sono vicepresidente, avevo chiesto ai vertici dell’ azienda di presentare un piano complessivo di trasformazione dell’area, da costruire in un confronto con le amministrazioni locali e tutti i portatori di interesse. Un piano che sapesse anche cogliere ed impiegare al meglio le risorse messe a disposizione dal PNRR. Dopo questi primi aspetti positivi, tuttavia, non posso non rilevare come Regione Liguria non stia assumendo alcun ruolo trainante in questa situazione e tanto meno si stia preoccupando di attuare quanto il Consiglio Regionale aveva deciso, su mia proposta, e cioè chiedere che la provincia della Spezia rientrasse fra le aree da finanziare con il Just Transition Fund. Ricordo che questo Fondo Europeo assegna all’Italia circa un miliardo di euro per le aree che hanno basato la loro economia su attività legate al carbone, quindi sarebbe veramente una grandissima opportunità. Che però, ancora oggi, nè la Regione e tantomeno il Comune della Spezia hanno ancora fatto. Mi auguro che non sia l’ennesima occasione persa, perchè siamo davanti a 70 ettari che possono e devono rappresentare il futuro del nostro territorio. Ho chiesto la convocazione di una Commissione Ambiente ad hoc per trattare approfonditamente di questo tema.

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