16 maggio 2022-
La mia richiesta di istituire, seguendo la previsione di norma contenuta nell’ articolo 7 della Legge 238/2016, l’albo dei vigneti storici ed eroici è stata approvata dal consiglio regionale oramai più di un anno fa ma la Giunta Regionale non ha ancora approvato la delibera con la quale regolamentare queste tipologie di vigneti. Rispondendo ad una mia interrogazione del luglio scorso l’assessore Piana mi disse che era “stata predisposta una circolare ministeriale” e che a seguito di questa circolare le Regioni avrebbero proceduto alla stesura degli atti applicativi. Mentre alcune regioni hanno, comunque, adottato quanto di loro competenza (vedi la regione Emilia-Romagna) in Liguria tutto è fermo. Ho anche suggerito di copiare la norma (cambiando ovviamente i nomi) e farla propria. Sono convinto, come lo è il Presidente Marcesini, che la deroga prevista per legge per i vigneti storici ed eroici possa aiutare la rivendicazione di un trattamento diverso rispetto agli altri tipi di vigneti. Sarebbe inspiegabile il perché la Direttiva Europea assegni un diverso regime giuridico ai vigneti storici, prevedendo tra le altre attività possibili quella di ripristino e recupero, e questa tipicità non si trasformasse anche in una deroga per le autorizzazioni. So bene che non è scontato e nemmeno che la strada sia facile, ma credo sia l’unica percorribile per ridurre il gap della nostra regione con le altre. Senza dimenticare che il riconoscimento di vigneti storici ed eroici permetterebbe l’assegnazione di punteggi diversi nel momento della partecipazione ai diversi bandi. Alla luce di questa discussione trovo ancora più sbagliato il comportamento tenuto dalla maggioranza del consiglio regionale in occasione del mio ordine del giorno in cui si chiedeva alla Giunta, coinvolgendo le associazione di categoria e gli enti interessati, a creare una sorta di segretariato per fare incontrare chi, per diversi motivi, decide di abbandonare la coltivazione di terreni autorizzati e chi vuole allargare le proprie coltivazioni. Sappiamo benissimo che nelle nostre zone non deve essere perso nemmeno un metro quadrato di terra autorizzato. La mia proposta nasceva da una serie di incontri con le associazione e con alcuni imprenditori agricoli preoccupati della situazione che, in alcuni casi, si sta creando.