Il Terzo Valico che unirà il porto genovese al Piemonte risponde alle esigenze di una parte della Liguria, ma non a quelle di tutta la regione. Il porto della Spezia movimenta una quota record di merce tramite rotaia, parliamo del 36% circa. Siamo i primi in Italia, e possiamo ben dire che quello spezzino è lo scalo che ha importato l’intermodalità nella Penisola e ne andiamo fieri. Non è solo una questione di competitività – e quindi di sviluppo, lavoro e reddito – ma è anche un modo per abbattere il trasporto su gomma, molto più impattante sull’ambiente.
Di questo 36%, solo un terzo viaggia fino a Genova e poi da lì punta all’Europa. La Spezia guarda a Verona, primo e più importante snodo logistico italiano, e al Brennero attraverso la ferrovia che porta a Parma. Il raddoppio della Pontremolese è una priorità per la nostra città, ma deve diventarlo anche per il nostro Paese che deve puntare sulle sue eccellenze, qual è il porto spezzino. Se ne parla da anni, ma ancora non si riesce a farlo diventare un tema in cima ai pensieri dei governi nazionali. Questa è una battaglia che deve essere combattuta da tutta la Liguria, che non può ignorare le tante e diverse vocazioni che la contraddistinguono. L’obiettivo è arrivare al 50% di trasporto su rotaia, seguendo la pianificazione degli spazi portuali che metterà confini netti al porto commerciale da una parte e a quello turistico dall’altra. Due aspetti che non possono che andare di pari passo.