Una mia intervista da neoeletto Segretario Regionale del PD Ligure

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08 luglio 2023-

Natale, al di là del traguardo personale, il lavoro da fare è tanto: quali sono le priorità e che elemento di novità pensa di voler inserire rispetto alla segreteria dalla quale ha preso l’ideale testimone?
“Essere il primo segretario spezzino del PD ligure è un onore. Ha ragione, il lavoro da fare è tanto anche perché già nella prossima primavera avremo due appuntamenti non da poco: le amministrative e le Europee. Per questo non bisogna perdere tempo e da subito voglio coinvolgere i territori per capire quali iniziative sono già state programmate e quali costruire insieme. Le decine di Feste de L’Unità che sono in programma dovranno essere i luoghi di confronto e di ascolto con i nostri iscritti e i nostri potenziali elettori. Apriamoci e apriamo le nostre sedi a tutti coloro che vorranno darci dei contributi in termini di idee e proposte. Guardiamo a personalità che si sentono appartenenti a questo mondo ma che per il livello di conflittualità che spesso ha caratterizzato il nostro partito se ne sono tenuti lontani. Ecco diciamo chiaramente che abbiamo bisogno di tutti per crescere insieme”.

Il nuovo solco si chiama Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd dallo scorso febbraio. Con la sua scelta il partito ha preso una strada piuttosto netta nella speranza di trovare un’identità collettiva, sfumata negli anni. L’elettorato ondivago, la scomparsa della forma partito novecentesca, le spinte civiche che, sul nazionale, faticano ad emergere e a durare. Lei come intende il partito dei prossimi vent’anni?
“I tempi della politica oggi sono molto più brevi e già qualche anno rappresenta un orizzonte. Serve un partito che sostenga gli “interessi” del mondo del lavoro e delle piccole e medie imprese, sappia costruire opportunità per i giovani, guardi a chi ha difficoltà, voglia guidare la transizione ecologica e quella energetica. Lotti per assicurare i diritti fondamentali dalla sanità alla scuola al lavoro”.

Alcuni analisti vedono la spinta innovativa di Schlein frenata dalle dirigenze del partito in continuità con le segreterie Zingaretti e Letta. Che ne pensa di questa lettura?
“La generosità dei nostri militanti e del gruppo dirigente diffuso saprà sostenere in tutte le sfide la nostra segretaria. Percepisco una grande voglia di costruire il partito di cui abbiamo discusso nel recente congresso. Apriamoci a nuove idee e nuove energie e guardiamo al futuro, insieme”.

Pd in Liguria, sinistra in Liguria. Una storia antica con Genova protagonista nella storia di tanti fondamentali momenti che hanno caratterizzato i decenni. Da un po’ di tempo a questa parte, quel rapporto con la gente e con i movimenti si è arrestato, lasciando un vuoto per chi conosce la stagione precedente. Come si ritrova il rapporto con chi vota a sinistra e chi vorrebbe farlo ma non è sufficientemente convinto?
“Per ricostruire un rapporto non basta usare bene alcune parole d’ordine ma serve costruire concretamente proposte e portarle con determinazione nelle istituzioni. Se poi queste battaglie politiche sono condivise con importanti settori della nostra società queste assumono più forza. Stiamo provando a fare questo tipo di percorso e sempre di più ci proveremo. Per questo vorrò costantemente organizzare incontri con i nostri rappresentanti istituzionali e del partito e per questo vorrei dare vita a una conferenza programmatica per costruire una proposta politica ampia e condivisa”.

Parole come “compagno”, canzoni come “O bella ciao”, slogan anti-liberisti e anti-militaristi appartengono alla storia di tanti militanti di vecchio corso del suo partito. Oggi il pragmatismo e un mondo geopoliticamente molto diverso da mezzo secolo fa, ha reso quella nomenclatura vecchia e irricevibile oppure è solo una questione di parole ma le sfide rimangono le stesse di sempre?
“Bobbio ha scritto in uno dei suoi più importanti saggi che la sinistra è lotta alle disuguaglianze e assicurare pari opportunità a chiunque. Ecco credo che in questo momento storico guardando al domani ce ne sia molto bisogno”.

Come si batte Giovanni Toti, capace negli ultimi dieci anni di costruire consenso prima come trascinatore dei partiti e oggi come primus inter pares? Serve un partito di rottura che si frapponga con pazienza alle ricette del centrodestra rincorrendo senza fretta oppure c’è bisogno di una svolta più pragmatica che guardi al mondo delle imprese e al mondo del lavoro con gli occhi di oggi evitando le promesse di ieri?
“La ricetta per rilanciare la Liguria dopo 10 anni di governo del centrodestra la vorrò costruire con i tanti che già in queste ore si stanno mettendo a disposizione. In questi anni abbiamo assistito a un costante smantellamento della sanità pubblica, a una incapacità di costruire un progetto complessivo utilizzando le grandi risorse che sono a disposizione. Penso alle occasioni perse con il PNRR e alla possibile interconnessione con gli altri fondi europei. La Liguria non è stata capace di intercettare i fondi del Just Transition Fund che avrebbero permesso di sostenere iniziative economiche innovative. La transizione ecologica ed energetica deve essere un cambiamento radicale di idea di società e invece si è tradotta in qualche progetto di corto respiro. L’entroterra non ha bisogno solo di infrastrutture e servizi ma di sostegno e politiche che favoriscono le attività presenti e la costruzione di reti con i centri principali. Si deve pensare a una mobilità diversa e a un turismo capace di delocalizzare le presenze e fare conoscere tutto il territorio”.

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